a Trento 2011
Sono state oltre 4.500 le moto e addirittura
5.000 gli appassionati che domenica 3 aprile 2011 hanno letteralmente invaso la
città di Trento in occasione della tradizionale benedizione, arrivata ormai alle
sua 13a edizione. A promuoverla il Moto Club di Trento che conta su oltre 220
iscritti, tra i primi posti in Italia, con 86 anni di attività senza nessuna
interruzione, nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale. In piazza Fiera si è
registrato un vero e proprio record di presenze con motociclisti provenienti da
tutta Italia, da Verona, Jesolo, Milano, Chieti, Firenze, Roma e ovviamente
dall'Alto Adige e dalla Germania. Già dalle prime ore della mattinata, le strade
del centro storico della città e i bar si sono popolati di centauri, che poi si
sono radunati tutti assieme in piazza Fiera, cuore dell''evento per
|
|
|
il secondo anno consecutivo, e nelle zone
limitrofe come via Travai, via Santa Croce e corso Tre
Novembre, che alle 10.30 risultavano già quasi stracolme.
Un evento che anche quest'anno è stato baciato dal sole e
dall'ottima temperatura, permettendo a molti di partecipare
senza problemi. Ad immergersi tra le tante moto di ogni
genere, dalla Vespa all'Harley Davidson, allo scoccare delle
12 per la benedizione è arrivato anche don Ettore
Facchinelli, che con il suo entusiasmo ormai è diventato il
beniamino dei tanti centauri che lo hanno accolto con una
vera e propria ovazione. «Oggi anche il sole ci saluta ha
affermato dal palco.- centaure e centauri, siete i
protagonisti di questa stupenda primavera che per voi inizia
oggi». Dal palco don
Facchinelli ha urlato di amare la vita, che
è la cosa più importante che abbiamo. «La moto - ha spiegato - fin dall'inizio
ha sempre significato impulso, reazione, impeto e slancio che vuol dire vita,
fiducia, gioia e speranza di un mondo migliore. Occorre ascoltare la propria
moto, quando si accende il motore, lui vi dice che il suo rombo non deve
sopraffare la voce della prudenza. Quando si indossa il casco, non
si deve imbrigliare la mente ma lasciare che il cervello comandi l'acceleratore.
Il giubbotto, infine non deve stringere il cuore ma dilatarlo per amare le
persone che si incontrano». «Anch'io - ha raccontato don Facchinelli - quando
ero giovane guidavo un motocarro |
|
|
e il primo viaggio l'ho fatto il 13
dicembre del 1949 ma ancora oggi la passione per le due
ruote continua ad esserci». L'augurio fatto dal profondo del
cuore da parte di don Ettore alle migliaia di motociclisti
che si trovavano in piazza Fiera per ascoltarlo è quello che
«la moto oggi possa avvicinare più in fretta le persone e i
cuori. Dobbiamo stare però molto attenti a frenare un po' di
più le ruote per far correre la vita». La benedizione è
stata salutata da un forte rombo di tutte le motociclette
presenti. AI termine della manifestazione in piazza Fiera,
anche quest'anno la festa è continuata con una sfilata delle
motociclette, accompagnate dalle forze di polizia, fino al
paese di Nomi dove è stato infine organizzato un pranzo
tutti assieme prima di ripartire per un nuovo viaggio in
sella della propria moto con un arrivederci al 15 aprile del
2012.
|
|
|