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Il Carnevale 2011 nella città di Trentoright

a Trento 2011

 

 

Se davvero come pare, per mancanza di fondi, non ci sarà una prossima volta, per il carnevale di quest'anno è stato un gran bell'addio. Probabilmente, neppure se i vertici del Consorzio Trento Iniziative avessero voluto mettersi d'impegno per far vedere alla città cosa rischia di perdersi, ci sarebbero riusciti così bene: per oltre tre ore il centro città è rimasto felicemente in balìa di quel caos benigno che si manifesta nei sintomi di colori, musica e risate. Con oltre mille persone a sfilare e almeno il doppio a guardare, applaudire, fotografare e farsi coinvolgere. E tanti, tantissimi bambini, mai come in giornate come queste veri padroni di vie, strade, piazze e capaci di trasformare in loro coetanei anche chi bambino non lo è più, tra mamme impegnate a sistemare zampe a pinguini o papà che portano api e supereroi sulle spalle.

Una giornata in cui Trento è tornata in mano ai più piccoli, ma anche a tutti i trentini: come da tradizione infatti il corteo dei carri ha visto la partecipazione di gruppi provenienti non solo dai sobborghi ma anche dalle valli. Che come sempre hanno recitato un ruolo da assoluti protagonisti. Sedici i gruppi che hanno sfilato, coinvolgendo poco meno di 1.000 tra giovani, meno giovani e giovanissimi, con la vittoria che è andata alla sterminata «delegazione» del gruppo G.d.m. (Giovani danza moderna) di Segonzano, che con la loro «Alice nel paese delle meraviglie» hanno incantato e meritatamente trionfato, davanti alla «Tribù dei presanoti>>

 

 

dell'Oratorio di Pressano e all'«Arca di Noè» del Gruppo giovani di Zambana. Menzione speciale per «Occhio, arriva Pinocchio» allestito da maestre, maestri, alunni e genitori della scuola elementare di Mattarello. Una vetrina attesa con trepidazione dalle centinaia di

 

 

 trentini che per mesi si dedicano alla preparazione di carri, scenografie, costumi, balletti: da Segonzano sono arrivati in 200, da Pressano in 150, da Zambana in poco meno di un centinaio: «Dietro a tutto questo c'è un lavoro di mesi - spiegano all'unisono il coordinatore del gruppo cembrano Andreatta e la coordinatrice di quello di Pressano Cristina Pilati - con papà e zii che curano tutto quello che riguarda il carro, le mamme che fanno le sarte e si occupano dei costumi, e i più giovani che con i piccoli curano le danze». A Pressano, addirittura si tassano: «Dieci euro a testa». Ma sarebbe ingiusto non citare anche tutti gli altri che hanno sudato e sfilato: detto di 

 

 

Mattarello, ecco poi i la carica dei 230 trentini degli oratori della Città, i 25 «Flinstoon» da San Michele, i 20 prodi dai Sorni con «Sua maestà il colesterolo», le 30 «Mucche alla riscossa» da Lavis, i 120 gardoloti con un'altra «Arca di Noè» e il «Bruco in festa», i 30 dell'«Ort de feisbuc» da Giovo, i 25 del CarnevalExpress di Verla, le 30 «Heidi» da Vigolo Vattaro e i 20 del «SaloOnt» del Club 3P di Mattarello».

 

 

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