Rembrandt, Ritratto giovanile -
Amsterdam Rijksmuseum
Rembrandt, Autoritratto -
Firenze,
Uffizi
Rembrandt, Ritratto
orefice Jan Lutma
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La mostra su Rembrandt e i capolavori della
grafica europea nelle collezioni del
Castello del Buonconsiglio si è appena
conclusa, il 2 di novembre 2008, con un
grosso successo di pubblico. Il Castello del
Buonconsiglio ha nelle sue collezioni
nientepopòdimeno che dei Rembrandt. Pare che
Trento possiede un particolare segmento di
produzione dell'artista olandese, uomo dalla
complessa personalità, pieno di
contraddizioni, con un piede nel passato e
l'altro sul futuro. Questo spaccato è
racchiuso in un nucleo di incisioni
provenienti dalla collezione Lazzari-Turco
Menz, donata nel 1924 al Municipio di
Trento. Circa un migliaio di fogli, gran
parte inediti, dei quali è in corso la
schedatura scientifica. La mostra sulla
grafica di Rembrandt che è stata inaugurata
il 4 luglio 2008 e chiusa il 2
novembre ha aperto uno squarcio sulla
produzione del Rembrandt «grafico» che
tuttavia andrebbe compreso a tutto tondo.
Perciò sono arrivati anche cinque dipinti
dagli Stati Uniti e dalla stessa Galleria
degli Uffizi. Altre dieci incisioni sono
arrivate da Berlino e Amsterdam. Autentici
gioielli: sono le prime tirature su carta
giapponese. Le altre quaranta acqueforti,
che sono state esposte, sono tutte
patrimonio del Museo del Buonconsiglio, in
un arco di tempo che abbraccia la fine del
XV secolo e metà del XIX, con opere di
scuola italiana, francese, fiammingo -
olandese, tedesca, spagnola e inglese. Nel
2000 a Firenze era già stato avviato un
censimento delle acqueforti di Rembrandt
presenti nelle collezioni pubbliche e
private italiane. Tra queste ci sono delle
filigrane conservate a Trento. Si è così
potuto appurare che della cinquantina di
fogli presenti nella raccolta del
Buonconsiglio sedici esemplari sono tirati
dalle lastre originali di Rembrandt e con
carte filigranate che ne confermano
autenticità e la datazione, come «La
Morte della Vergine»
o «L'Autoritratto»
del 1633. La professoressa Cassinelli che ha
avuto al suo fianco l'architetto
Michelangelo Lupo per l'allestimento, da
toscana verace, ammette con franchezza che
oggi non mancano occasioni per conoscere
Rembrandt dopo le recenti celebrazioni per i
quattrocento anni della nascita (1606-1669).
«La mostra che ha allestito a Trento, ha
offerto una straordinaria raccolta che si
dovrà ancora studiare e che non smetterà di
stupire», dice. la mostra ha permesso di
inquadrare Rembrandt, con alcune
significative opere di pittura, provenienti
dai più prestigiosi musei europei, quali il
Rijskmuseum e gli Uffizi, ma il pezzo forte
sono state le acqueforti del maestro,
realizzate su particolari carte e con
tirature freschissime, e con alcuni suoi
disegni nel periodo dal 1628 al 1661, ossia
dagli anni giovanili di Leida fino al
periodo più tardo di Amsterdam, opere dalle
quali emerge l'eclettismo del maestro e la
sua versatilità: l'indagine psicologica, le
atmosfere e l'uso sapiente del chiaroscuro.
Come incisore Rembrandt si mosse nel
repertorio dell'arte olandese del 1600:
storie, ritratti, scene di genere, paesaggi,
nudi, fogli di schizzi e studi. Ancora più
sorprendente è la vastità delle tecniche e
dei mezzi espressivi grafici, che nessun
altro artista ha eguagliato. Rembrandt era
come uno scrittore che ha padronanza di
generi diversi e scrive tanto un romanzo,
come un poema epico, una commedia, una
poesia». Una complessa personalità che si
riverberò poi nelle opere di artisti coevi
come Antonio Tempesta, Giovan Battista
Castiglione detto il Grechetto e Rubens. Con
Rembrandt, nel luglio 2008, c'è stata anche
una seconda mostra, al Castello del
Buonconsiglio: quella dedicata allo scultore
Andrea Brioso da Trento, detto Riccio per la
sua copiosa capigliatura, cresciuto
artisticamente a Padova all'ombra di
Donatello e del Mantegna Quet'anno poi, già
a partire dal 23 novembre 2008, verra
inaugurata una sezione permanente incentrata
appunto sulla scultura lignea.
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