LE MINIERE E LE ACQUE MINERALI DI RONCEGNOright

in Trentino 2009

 

 

Oggi, sabato 9 di febbraio è una gran bella giornata di sole e decidiamo di andare sul lago di Caldonazzo in mattinata e il pomeriggio di passare da Roncegno per visitare le Terme. Arriviamo in una mezzoretta nei pressi del lago che in questo periodo è posseduto solo dalle famiglie che portano a spasso i figlioli lungo le sue rive. Non c'è il caos dell'alta stagione quando tutti i ristoranti sono aperti e l'aria è piena di odori di fritture o di pizze appena sfornate. Tutto quì è un vociare di persone che la sera affollano le verande seduti per cenare. Oggi è tutto silenzioso, sul pontile un paio di ragazzi hanno steso l'asciugamano e tentano coraggiosamente di prendere il sole, la temperatura è frizzante a dispetto del cielo sereno. Noi passeggiamo tranquillamente sulla riva beandoci della quiete e guardandoci in torno per gustarne la bellezza.  Il pomeriggio  ci portiamo nelle vicinanze di Roncegno per 

visitare dall'esterno lo stabilimento di acque termali. Il paese si trova in Valsugana orientale e la valle per la sua particolare conformazione geologica, offre una ricca varietà di acque termali adatte sia a scopi terapeutici che estetici. La qualità della composizione mineralogica è tutt'ora garantita da laboratori specializzati nell'analisi idrologica. Il paese di Roncegno, posto sul versante sinistro della Valsugana, giace appunto su depositi di conoide portati dai torrenti che scendono dalla ripida fiancata. Lo spartiacque è rappresentato dalla cresta che collega le vette Panarotta (m 2001), Fravort (m 2347), Gronlait (m 2383) e Cola (m 2262). I principali corsi d'acqua che hanno alimentato il conoide su cui giace Roncegno sono il torrente Larganza e il torrente Chiavona, che nascono ad alte quote. Sopra Roncegno strati di roccia ercinica si alternano ad altri più antichi di filladi quarzifere, metamorfiche con scistosità prevalentemente a reggipoggio. L'età di queste rocce è di almeno 300 milioni di anni. Nelle filladi esiste in località Pamera un giacimento di minerali di ferro con tracce di arsenico e rame di origine sedimentaria precedente al metamorfismo ercinico. Il giacimento è stato anche interessato da fenomeni di trasformazione termica per successiva intrusione granitica. Nel secolo scorso questi depositi sono stati utilizzati grazie ad una serie di gallerie, da una delle quali - quella a ribasso - sgorga oggi un'acqua minerale ricca di ferro. Lacqua minerale,di Vetriolo, che alimenta anche le terme di Levico, proviene da un giacimento di analoga origine coltivato nel Medioevo per solfuri misti; dalle gallerie esce acqua mineralizzata di varia concentrazione (Acqua forte e Acqua debole). Sopra le filladi poggia un conglomerato noto come Verrucano che è il risultato della diagenesi di depositi fluviali da erosione delle filladi. L'età di questo conglomerato è carbonifero-permiana, cioè più recente delle filladi. Lo spessore massimo del conglomerato è circa 50 metri. Il conglomerato è ricoperto dalle rocce vulcaniche della "piattaforma porfirica atesina" di età carbonifero-permiana, che hanno uno spessore locale di circa 500 m. Le rocce della "piattaforma porfirica atesina" hanno una parte basale povera di silice (andesiti) e una parte superiore più ric­ca di silice (rioliti). La parte basale ha anche forme intrusive chiamate "porfiriti verdi" a cui sono legate mineralizzazioni a solfuri misti con pirite prevalente. Le acque minerali, storicamente note fin dall'800, a Roncegno provengono dalla zona del Monte Tesobbo,posto appena sopra il paese, dove nelle filladi sono intruse le porfiriti verdi. Alle

 

 

pendici del Fravort, a quota 1600 m s.l, sgorga da rioliti un'acqua oligominerale riconosciuta con il nome di Fontealta. Il versante sinistro della Valsugana è stato interessato da intrusioni di rocce magmatiche di tipo granitico tardo erciniche appartenenti al complesso di Cima d'Asta, geologicamente poco più antiche delle rocce vulcaniche effusive. Le rocce magmatiche intrusive di tipo granitico costituiscono a Roncegno il monte Eroi che affiora sul versante destro del torrente Larganza, nonchè come varie piccole intrusioni nell'area di Cinquevalli e lungo il torrente Chiavona, presso la località Pamera. All'intrusione del monte Eroi e alle altre più modeste intrusioni sono legate varie 

mineralizzazioni di tipo idrotermale in filoni o al contatto fra rocce magmatiche e rocce metamorfiche con presenza di solfuri e ossidi di ferro, nonché minerali di arsenico, piombo, zinco, rame ed altri ancora. Dal punto di vista minerario queste mineralizzazioni sono state importanti con coltivazioni attraverso gallerie nei filoni. Le acque minerali che hanno dato storicamente lustro, a partire dalla metà dell'800, provengono dalla zona di Tesobbo. Queste acque, utilizzate allo stabilimento termale, erano anche imbottigliate con vendita nelle farmacie. Esistono a tal proposito le etichette sia in italiano che in tedesco, vecchie di oltre 100 anni. Lacqua è definita arsenicale ferruginosa. Letichetta in tedesco riporta l'analisi chimica; i principali elementi sono i solfati. seguiti dal ferro. Lacqua veniva indicata, sempre in etichetta, per la cura di anemie clorosi, discrasia speciale delle delle vie linfatiche, febbre palustre, malaria ed altre patologie, quali impotenza, dispepsia nervosa, asma e cardiopalmo, nonchè di malattie della pelle e delle vie respiratorie superiori ed altro. Oggi naturalmente la casa che solitamente ospita le persone per le cure è deserta e noi possiamo passeggiare nei ellissimi viali alberati e sostare a far fotografie nel vastissimo giardino.
 

 

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